Nonostante Adriano Olivetti sia morto nella seconda metà del Novecento, mai come ora il suo nome e la sua storia vengono evocati come un modello per affrontare la crisi dei nostri tempi.
Il suo progetto di Comunità ci offre infatti un nuovo modo di guardare alla relazione tra le persone, il mondo produttivo, la società civile e la cultura.
È la cura delle persone, ancora più della cura dei prodotti, ciò che rende l’esperienza di Olivetti un esempio che appare ancora straordinario sotto molti aspetti, e che ha saputo prima immaginare e poi tradurre in realtà, in enorme anticipo sui tempi, servizi di cui ancora oggi si sente il bisogno: asili e servizi pediatrici, scuole, infermeria, consultorio, convalescenziari, biblioteca, mensa, colonie estive e politiche di medicina preventiva. Un ideale di crescita che sia prima di tutto umana, proiettata fuori dai confini della fabbrica e del profitto a tutti i costi, e orientata verso la bellezza e la cura.
Nella condivisione di questo ideale si fonda il legame tra l’esperienza della fabbrica olivettiana e quella dell’Ospedale Meyer, con alle spalle una storica tradizione di servizio e attenzione per i pazienti.
Curare le persone e non solo le malattie significa infatti dare alla propria azione un obiettivo più alto, che non si esaurisce nella semplice prestazione sanitaria ma accompagna i pazienti, insieme alle loro famiglie, in un percorso condiviso, in cui – come nelle fabbriche olivettiane – ciascuno si senta parte di qualcosa di più grande, di un ideale di cura e convivenza che ha l’ambizione di porsi a fondamento della società.
Il Meyer Health Campus apre le porte agli operatori sanitari, alle loro famiglie e a tutta la cittadinanza con un programma di iniziative ideate grazie alla collaborazione tra la Fondazione dell'Ospedale Pediatrico Meyer e la Fondazione Adriano Olivetti. Tre giorni di incontri, presentazioni e talk.