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We people | 1 - 2016

Lei ha realizzato un

laboratorio citato dal CDC di

Atlanta: dal suo osservatorio

ha notato come le meningiti

siano più diffuse di quanto si

pensava. Ha osservato altri

fenomeni sinora non previsti

nell’ambito delle malattie

batteriche invasive?

Quello che abbiamo potuto notare

è che quando si utilizza la diagnosi

molecolare la sensibilità della diagnosi

eziologica aumenta sensibilmente

rispetto alla coltura qualunque sia

il germe in causa. Ad esempio,

utilizzando la diagnosi molecolare

abbiamo potuto dimostrare che

l’incidenza di infezione invasiva

pneumococcica in età pediatrica è,

nella nostra regione, 5 volte superiore

a quanto si pensava precedentemente,

quando solo il metodo colturale

era disponibile. I nostri lavori che

mostrano questi dati sono stati inseriti

dal CDC di Atlanta nelle “pietre

miliari” della diagnosi microbiologica.

BOX 1.

Diagnosi rapida con metodi molecolari delle malattie invasive

batteriche

Per la diagnosi delle meningiti è necessario utilizzare metodi altamente

sensibili e specifici. Una diagnosi eziologica sicura consente infatti di ini-

ziare al più presto una terapia mirata piuttosto che una terapia ad ampio

spettro, consente di effettuare la profilassi dei contatti solo nei casi in cui è

realmente necessaria (cioè nelle infezioni da meningococco o da

Haemo-

philus influenzae

tipo b) e consente di pianificare nuovi programmi di vac-

cinazione e monitorare quelli esistenti. Per questo la diagnosi molecolare

si pone come uno strumento essenziale nella sorveglianza delle malattie

batteriche invasive. Pubblicazioni recenti hanno dimostrato che la sensibili-

tà della biologia molecolare è almeno 3 volte superiore a quella dei metodi

colturali. Questo significa che in tutte quelle regioni o in quei paesi dove

la biologia molecolare non è usata routinariamente per la sorveglianza,

l’incidenza delle infezioni batteriche invasive è ampiamente sottostimata.

di epidemia, ma indubbiamente

l’incremento numerico rispetto

agli anni precedenti (38 nel 2015

rispetto agli 11-14 casi annui degli

anni precedenti) è significativo. È

fondamentale però sottolineare che

a partire dai primi mesi del 2015

tutti i campioni biologici (sangue

o liquor) dei casi con sospetta

sepsi vengono, per ottemperanza

a una delibera regionale, inviati

all’AOU Meyer dove vengono

testati con biologia molecolare.

La tecnologia molecolare ha una

sensibilità molto più elevata rispetto

ai metodi colturali standard,

una sensibilità 3 volte superiore

(box 1).

Questo significa che

laddove la coltura individua 13

casi, la biologia molecolare ne

individua 39. Tutto questo ha due

significati: il primo è che finalmente

dal 2015 riusciamo a identificare

quei casi che rimanevano non

diagnosticati (cioè considerati sepsi

di ndd) negli anni precedenti; il

secondo è che in tutte le regioni

dove la biologia molecolare non

è disponibile per l’analisi di tutti

i casi, l’incidenza delle infezioni

batteriche invasive è fortemente

sottostimata. Era abbastanza

stupefacente, fino all’anno 2014, il

fatto che l’incidenza delle infezioni

meningococciche in Italia fosse

così straordinariamente più bassa

rispetto ad altri paesi europei

come Inghilterra e Galles. L’utilizzo

della biologia molecolare su tutti

i campioni e l’incremento delle

diagnosi che ne è derivato ha fatto

sì che la Toscana si sia avvicinata

significativamente, negli ultimi

due anni, all’incidenza che si

registra in altri paesi europei dove

la sorveglianza è molto accurata

e viene svolta con tecnologie

molecolari.

Per quanto riguarda la

vaccinazione, il programma di

vaccinazione organizzato dalla

Regione Toscana con il supporto

dell’ISS è stato fondamentale. Non

avremo l’epidemia di meningococco,

ma resta pur vero che in poco più

di un anno abbiamo avuto oltre 50

casi e 13 morti. Immaginiamo cosa

avremmo fatto se avessimo avuto

50 casi e 13 morti di morbillo...

Avremmo certamente rinforzato la

nostra campagna di vaccinazione

anti-morbillo. Ma anche se avessimo

avuto 50 casi e 13 morti di tetano,

che addirittura è una malattia non

a contagio interumano, avremmo

organizzato una campagna estesa

di vaccinazione anti-tetanica. Non si

può infatti accettare la morte di 13

persone per una malattia prevenibile

mediante vaccinazione.